I would like to share an unredacted transcript of my personal account.

E niente poi sono venuta qua ho fatto un un viaggio mai fatto nel senso che per arrivare qua ho dovuto ho dovuto fare un viaggio lunghissimo e ho preso il treno dalla mia città per per arrivare praticamente fino a Budapest da li a Vienna da Vienna fino a Verona e da Verona a Milano centrale da Milano Centrale a Como. Anche se in realtà ci siamo fermati a dormire a Verona e Marco non parlava la lingua. Purtroppo i primi quattro quattro anni e mezzo l'anno l'hanno parecchio segnato, sia a livello comportamentale che a livello che a livello psicologico, che tutt'oggi ci stiamo lavorando. Ed era un bambino difficile da gestire soprattutto in quei momenti in quei momenti di di parecchia necessità di di di qualcuno che ci desse una sicurezza di qualcuno che si prendesse cura di noi perché chiaramente non avendo un lavoro non avendo dove stare era un po un tutto scoprire e. E quindi ci siamo rivolti all'unica persona di cui ci fidavamo al 100% che che ci ha aiutati. Ho deciso di di stare un periodo da amici. Cioè non so non ho proprio tagliato i rapporti con loro in quel momento ma un mese dopo. E questa sarà una novità che che che che sa e siamo andati a Pavia e siamo stati lì circa due settimane di cui. Cioè in poche parole questo doveva essere amico di dei miei fratelli di cui non era tanto amico e cercava qualcos'altro, per cui me lo sono ritrovata sopra di me alle 04:00 di una mattina. E quindi ho vissuto un terrore un terrore da da non immaginare. E da lì ho preso. C'è stato quello il momento in cui Carlo ci ha messi in casa sua e io ho preso il treno da da lì da Como e e così via ci siamo informati tramite i servizi sociali e sono arrivata sono arrivata alla casa della giovane.

Un fratello, un amico molto. Mi manca molto, ma lui questo lo sa. Ne sono, sono pienamente convinta e purtroppo tu lo sai. E quindi? Vabbè, comunque in tutto questo ci ha aiutati. Tu lo sai, ci ha aiutati e. E pensa che comunque quando ci è venuto il dubbio che San Raffaele non avesse fatto tutto quello, il debutto necessario per lui è stato portata tutta la sua cartella clinica da San Raffaele a al Centro dei tumori per per capire se era fatto tutto il necessario gli han detto è stato fatto tutto quello che si poteva gli hanno dato tutte le cure le cure. Che che potevano dargli in quel momento però per il tumore che che aveva lui. Quel primario si è stupito come mai ha tirato così a lungo? Ma ma lui lo dice vai, questa è la mia. Cioè, siete la mia, come si dice la mia ragione di vivere, di di svegliarmi il giorno dopo e. Comincio. Vorrei chiudere gli occhi sapendo che voi siete. Sapendo che voi siete sistemati, che hai un lavoro, che Marco ha i suoi spazi infatti quella casa dell'Aler a lui non non gli andava molto molto bene perché diceva Marco non ha i suoi spazi.

Mi dispiace molto che non che non è riuscito a vedere che ci siamo sistemati ma credo cioè voglio credere che comunque da dalla dove lui lui ci vede ed è tranquillo anche perché. Ha fatto molto per noi fino all'ultimo. E anche dopo. E quindi? Così e questo questo è. Non so se sono stata troppo corta, se può andar bene sulle cose che a me hanno toccato di più non persone che per me sono stati importanti che grazie a Dio comunque anche dopo di lui. E credimi sarebbe stato fiero. Sinceramente sono rimasti dei rapporti bellissimi di cui hanno rispettato la sua decisione. Non me lo sarei mai aspettata, non sinceramente, anche se non l'avessero fatto non mi andava bene lo stesso, anche perché noi siamo sistemati a quello che ci ha dato lui è stato di più di quello che che ha fatto dopo. Però sono state persone molto molto brave. Per come sono sono erano all'inizio una famiglia sparsa erano molto uniti ci hanno tenuto ci hanno tenuto a fare tutto quello che avrebbe desiderato lui senza. Senza avere pregiudizi pregiudizi al riguardo e e sicuramente sicuramente lui lui è tranquillo mi sarebbe piaciuto averlo averlo ancora con me.

(Italian)

All right, so, I came here, I went through a journey that I had never made, meaning that to get here I had to take a tremendously long journey. I took a train from my city to get to Budapest, from there I took a train to Vienna and from Vienna to Verona. From Verona I took a train to Milano central station and from there I finally got to Como. Actually we had to stop and sleep in Verona, though, and Marco couldn’t speak the local language. Unfortunately, the first four and a half years marked him quite a bit, both behaviorally and psychologically, which is something we are still working on today. And he was a tough child to deal with especially in those moments.

Those were times in which we had a great need for someone to provide us with some security; for somebody to take care of us because clearly not having a job and not having a place to stay was a bit uncertain. And so we reached out to the only person we trusted one hundred percent and he helped us. I decided to stay at a friend’s place for a while. [Audio is unclear at this point] So I don't really know I didn't cut off relations with them at that specific time but about a month later. [Audio is unclear at this point ] So we went to Pavia and stayed there for about two weeks. So basically this guy was supposed to be friend with some of my brothers, but he wasn't really that close to them and actually wanted something else and one morning around 4AM I found him on top of me. And so I went through a state of terror. An unimaginable terror. That was the moment. That was the moment Carlo welcomed us to his house, so I took a train from there to Como and then we got through social services and I ended up at Casa della Donna.

A brother, a very good friend. I miss him very much, and he knows that I am fully convinced about it and unfortunately you know that. So, well, anyway in all this situation he helped us. And you know he helped us.

Anyway when we come to doubt that San Raffaele [a famous Hospital near Milano] had done all the necessary for him, all his medical records were taken from that hospital to the Cancer Center to see if all the necessary had been done. They told him that everything possible had been done and they had already given him all the treatment they could at that time. But given the type of tumor he had, that chief doctor was amazed at how he had survived so long. Then he said: “you are my reason to live, to wake up every day”. And then went like: “I would like to close my eyes knowing that… Knowing that you are settled, that you have a job, that Marco has his own space”. In fact he didn't like the Aler house [public housing in Italy] we were living in very much because he thought Marco didn't have his own space.

I'm so sorry that he didn't have a chance to see that we settled down but I think – I mean – I want to believe that from wherever he is he is looking at us and he is calm. Especially because he did a lot for us until the very last. And even after that.

And this is it. I don't know if I've been too short or if it can be enough. The thing that touched me the most are the people who were important to me, thank God, even after him. And believe me he would have been proud of them. They honestly maintained a beautiful relationship and respected his decision. Honestly I would have never expected that, even if they didn’t do what they did I would have been okay with it anyway.

Partly because we settled down anyway and mostly because what he did for us [while he was still alive] was more than what he gave us afterwards. They were very very good people, though. Because at the beginning, despite being a scattered family, they were very close and they made sure to do everything he would have wanted without having any prejudices about it. And he is certainly peaceful thanks to that. I would love to still have him with me.